Abbiamo intervistato Tatiana Cazzaro, She Factor Queen 2015 nella categoria Copy Champion. Tatiana è stata un vulcano di sorridente condivisioni, di cui la ringraziamo ancora. Ecco cosa ci ha raccontato.
1) Chi sei? Qual è il tuo ruolo? Di cosa ti occupi?
Sono nata con la testa fra le nuvole e i piedi poco per terra, curiosa e da sempre convinta che scoprire cose nuove sia il modo migliore per evolvere. Dico sempre che il cambiamento è l’unica costante della mia vita: ed è quello che io chiamo il #toutcourtkaizen. Il percorso che ho iniziato per raccontare il mio personal branding. Sono una copywriter e una communication strategist e mi piace definirmi relazionale: la relazione e l’ascolto sono le basi da cui il mio lavoro prende vita. Le parole, il mio strumento. Mi occupo di copywriting, web writing, comunicazione strategica e creativa da diversi anni. È quello che ho scelto di fare ed è quello che scelgo ogni giorno. Potrei fare altro, ma non sarei felice.
2) Ci racconti qual è il percorso che ti ha portato a rivestire il tuo attuale ruolo?
Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione pubblica e di impresa. Durante gli studi e dopo la laurea, ho lavorato nel campo dell’educazione come formatrice, e della comunicazione tradizionale come copywriter per il nonprofit. Quest’ultima esperienza è durata fino al 2011, anno in cui si è concluso il rapporto di lavoro dipendente. Avevo tre strade davanti: deprimermi, cercare un altro lavoro o dare inizio a un cambiamento. Ho scelto la terza. E dal 2012 sono titolare di Tout Court, la mia impresa.
Oggi sono qui e lavoro per quello in cui credo e che è diventata la mia mission: lavoro per aiutare le persone e le imprese a scoprire il loro valore e a metterlo a disposizione degli altri. Lo faccio attraverso le parole, l’ascolto e la relazione. Dopo la laurea in comunicazione pubblica e di impresa, ho continuato seguendo un percorso di crescita professionale e personale, prima di tutto mettendomi in gioco e frequentando corsi di comunicazione efficace, scrittura creativa, corsi di teatro e doppiaggio e di motivazione personale.
3) Sei (o sei stata) impegnata sul piano politico/sociale? Che cause sostieni/hai sostenuto e con che ruolo?
Sono stata volontaria come clowndottore in un’associazione di volontariato della mia città: Il Naso in Tasca. Un’esperienza significativa, intensa e molto forte dalla quale ho imparato a migliorare la relazione con l’altro, l’ascolto e l’empatia. Oggi, sono un clown-dottore in standby: anche se non faccio più attività, non ho mai smesso di esserlo. È qualcosa che ti rimane dentro. Ho partecipato a diverse iniziative contro la violenza sulle donne, contro il gioco d’azzardo, contro la discriminazione di genere e di razza, promosse da enti e associazioni del mio territorio, attraverso reading pubblici e presenza attiva alle manifestazioni.
Nel 2012, in occasione dei Giochi nazionali estivi Special Olympics, che si sono svolti a Biella, ho lavorato per il Comitato Organizzativo Locale. Ho però deciso di devolvere una parte del mio lavoro gratuitamente per la ricerca, la formazione, l’orientamento e l’affiancamento dei volontari. Appoggio e sostengo progetti che nascono con l’obiettivo di essere innovazione e miglioramento per sé e per gli altri. E mi piace farlo dando un contributo concreto, in prima persona.
4) “Il Personal Brand è ciò che gli altri dicono di te”. Chi ti conosce bene quali 3 parole chiave usa per descriverti?
A gennaio, ho chiesto a 20 persone (amici, partner, conoscenti, clienti, quasi estranei) di darmi qualche rimando su come mi vedono. Le risposte sono state molto simili. Chi mi conosce bene, dice che sono empatica, resiliente, elegante (una parola meravigliosa che deriva da eligere, cioè “scegliere”). Dicono che so ascoltare gli altri e so capire. Dicono che dopo una caduta mi rialzo sempre e ricomincio a correre, perché sono forte, anche per gli altri. Dicono che sono elegante per come mi presento e per come so scegliere. Io dico che ė fondamentale ascoltarsi e riflettersi attraverso gli altri. Perché da sola non potrò mai essere totalmente obiettiva.
5) Ci racconti un’occasione in cui il Personal Branding e la tua attività in rete ti hanno portato opportunità/valore?
Un mio cliente alla fine di un lavoro mi ha detto di essere felice di aver trovato in me una persona che realmente fa quello che dice in rete: “Inizio cercando di capire chi ho di fronte e creo un processo di conoscenza, prima di tutto”. Io insisto molto nel dire che non mi metto nemmeno a scrivere se non entro in relazione. L’ho scritto sul mio sito, perché per me ė una dichiarazione di intenti. E lo ripeto spesso. Anzi, sempre.
Come sono online sono offline. Racconto tanto di me: quello che faccio, quello che mi piace/non mi piace, racconto i miei traguardi e le mie cadute. Ma soprattutto racconto del mio personal branding e di quello che sto facendo, sperando di essere utile agli altri. Insisto molto sul mio essere Copywriter relazionale e di dare tutta me stessa per scoprire e comunicare al mondo il valore delle persone, dei progetti e delle imprese.
6) Donne e Personal Branding, dicci la tua.
Le donne devono avere il coraggio di alzarsi e raccontare al mondo di cosa sono capaci, e devono raccontare il loro valore, per fare in modo di essere conosciute e riconosciute. Troppo spesso le donne sono relegate (e purtroppo si relegano, alle volte) in ruoli prestabiliti, negandosi la possibilità di essere altro e di essere protagoniste del valore che portano. E troppo spesso succede che donne di valore vengano messe, o si mettano, in un angolo.
Per me il personal branding è sostanzialmente il motivo per cui gli altri si affidano a me. Senza raccontare chi sono e quale sia il mio valore, probabilmente avrei già chiuso la mia attività. È dare concretezza a quel “super potere” (come dice Paola Bonomo) che ognuna ha. Va scoperto e messo in luce. Perché è ciò che ci rende uniche e speciali.
Le donne devono scegliere di essere protagoniste e portatrici del proprio valore. Ogni giorno. Ecco cosa penso. Valorizzare il ruolo della donna prima di tutto come persona e non perché è uno soggetto da proteggere. Questo deve essere una priorità. Credo che le donne potrebbero cambiare il mondo se solo volessero. Tutte insieme.
7) Cosa ha significato per te partecipare a She Factor?
Per me partecipare a questo progetto ha significato continuare a evolvere, insieme ad altre donne. Con la mia tandem e con le amiche c’ė stato un confronto continuo: un cercare e scoprire anche nuovi modi di lavorare insieme. So che uso spesso la parola evoluzione. Mai come ora ė così importante. L’ascoltare le testimonianze delle Ambassador, gli interventi, leggere i commenti di tutte nel gruppo di Facebook e di LinkedIn mi ha dato motivo di continuare a partecipare perché mi sentivo forte dal contributo di tutte.
Ogni donna di SheFactor mi ha dato molto. Ora, ho in mente di riprendere in mano il mio sito e il blog e di rinnovarmi. Sono passati tre anni ed è ora di cambiare. Voglio fare più corsi e partecipare a più eventi, dove poter conoscere belle persone. Riorganizzarmi, per poter fare tutto bene. E voglio lavorare con persone e imprese che credono che il mondo possa essere migliore.
8) Hai scoperto qualcosa che prima non conoscevi o di cui non avevi percepito l’importanza? Descrivilo qui brevemente.
Sto dando sempre più importanza alla rete: ogni giorno, posso imparare solo leggendo quello che la mia rete mi offre. Ma non posso prendere solo e dare poco: voglio offrire di più e dare il mio contributo.
9) Cosa ti senti di dire/suggerire a chi non ha partecipato?
Io ho scelto di partecipare alla prima edizione di SheFactor. Se non l’hai fatto, hai perso l’occasione di cambiare un po’ il mondo. Vi aspetto alla seconda edizione. E non ditemi che non avete tempo o che siete troppo impegnate. Siamo donne e siamo capaci di fare qualsiasi cosa. Insieme, ancora meglio.